L’ amore è

21 giugno 2008 Pubblicato in detto tra noi

di Massimo Palombelli, per tutti noi: il Banale

Giorni fa ero alla cena di fine anno del RC Eur Torrino “Federica Del Poggetto”, classica serata che esalta il concetto “non è importante dove si sta ma con chi si sta”. Quattro tavolacci, piatti e bicchieri di carta, ottima cucina, il sapore delle cose vere come reciterebbe uno degli spot destinato alla famiglia media italiana, se ne esistesse ancora una. Il filo conduttore ovviamente i ricordi della stagione appena conclusa, per noi iniziata all’alba del 17 Agosto quando, macinando kilometri (ad una velocità non esaltante a dire il vero), andammo a prenderci la Supercoppa, fino ai racconti delle trasferte più recenti con lo sguardo al futuro prossimo e alla Roma che verrà, con la fiducia di sempre.

È stato un incontro di quelli che ti fa riflettere, rimuginare, su come in fondo la Roma non sia che il pretesto per vivere, e condividere, emozioni, sogni, speranze… ma anche per sostenersi nei momenti meno felici della vita quotidiana, magari addolcendoli con una fetta del ciambellone fatto da Cinthia, col th come direbbe Verdone. Questo è solo un esempio per dire come dietro la Roma ci sia comunque molto, a prescindere dai campioni che indossano la sacra maglia raramente cogliendo cosa essa rappresenti, che non è solo calcio. Forse è quello che si dovrebbe tentare di recuperare, cercando di frenare il dilagare di mostruose figure che si nascondono dietro nick improponibili ed sms pesantemente offensivi, ragazzi troppo spesso arroganti e presuntuosi, convinti di possedere la soluzione finale a tutti i problemi calcistici, autoesaltandosi per i loro consigli tecnici il più delle volte grotteschi figli di un pout pourri radiofonico neanche assemblato con coerenza, e la cui invidia e frustrazione traspare nella cattiveria con cui si propongono, che non giova a nessuno… quelli che dovrebbero essere spazi comuni per ritrovarsi tra coloro con lo stesso minimo comun denominatore sono invece palestra del corpo a corpo da tastiera, dove ogni acquisto, trattativa o semplice voce è pretesto per fiumi di veleno.

Raramente si tratta di gente in grado di capire cosa significa alzarsi al primo chiarore dopo aver dormito poco dalla tensione, prendere la sciarpetta e i panini preparati dai genitori la sera prima, vedersi al posto X, osservare il pullman che diventa metro dopo metro più grande, darsi il cinque con tanta voglia di stare insieme e divertirsi, pensando alla Roma. Difficilmente è gente che sa cosa significa ritrovarsi tutte le domeniche negli stessi luoghi , con le stesse persone, percorrendo la stessa strada, compiendo i medesimi gesti, evocando riti, scaramanzie che vanno oltre la presenza in campo di Ronaldinho o Mezzasegavic. Si è. Per amore (e questa categoria di tifosi esiste, ovviamente, in tutte le squadre).

Ecco quindi, tornando all’incipit del pezzo, il significato della cena di fine anno che mi ha visto spettatore emotivamente coinvolto, è un riavvolgere il filmino per viverlo nuovamente colmo di episodi marginali, non importa se il giocatore Y ha disdetto all’ultimo momento per un impegno inderogabile o magari è presente con quell’aria scocciata che vuol significare “ma dove sono capitato”….e già, per una volta dovrà essere testimone lui di gente famosa, da quello che beve 10 borghetti prima di ogni gara a quello che evita le strade che iniziano con una certa lettera, dalla tifosa che si rifiuta di preparare la cena al marito laziale se la magica perde a tutti quelli che ogni anno si adoperano per portare un sorriso ai bambini del Sant’Eugenio. La stagione finisce così, non con la Coppa Italia sospesa in cielo tra le mani dei giocatori festanti, ma intorno a un tavolo tra grasse risate, aneddoti curiosi, nascosti tra le bottiglie di grappa e limocello, convinti che il prossimo sarà l’anno buono… nonostante Servidei e Cesar Gomez coppia centrale.

il Banale

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